Tutto quello che il tuo conta-fagioli non ti ha mai rivelato…
"Perché la tua azienda è una Start-up anche se fatturi milioni di euro”
Scopri come sfruttare 3 potenti strumenti contabili che nessun commercialista vuole consegnarti… per controllare i numeri della tua azienda, massimizzare i profitti e prosperare in Italia!
Se EBITDA, CF, D&A, FCFO ti sembrano solo errori di battitura, devi leggere questa lettera fino in fondo (ne va del tuo futuro).
In Italia fare azienda è un gioco per duri.
Anche nel resto del mondo non è semplice portare avanti un’attività, sia chiaro.
Ma in Italia…
… in Italia devi avere un pelo sullo stomaco bello spesso, che ti permetta di continuare la tua impresa nonostante mille avversità.
Nonostante lo Stato sanguisuga che si aggrappa a te da quando apri la partita IVA…
Nonostante i collaboratori scettici che frenano e ostacolano la tua visione…
Nonostante i concorrenti infami che ti soffiano i clienti con prezzi sempre più stracciati.
Puoi pensare al fare impresa come partecipare a una gara di Formula 1
Conoscerai benissimo lo sforzo mentale e fisico che ci vuole per mantenere l’auto sul giusto tracciato, in modo che non perda velocità e che non vada fuori strada in curva.
Un pilota di Formula 1 necessita di forza e resistenza per mantenere le mani strette sul volante per ore. Di concentrazione per tenere sotto controllo ogni feedback della macchina, i tempi e gli avversari che gli sfrecciano accanto. Di sangue freddo per rimanere ore seduto in una scatola di tonno che viaggia a 350km/h.
Il dispendio di energia nervosa durante una gara è altissimo, lo stress è alle stelle
Eppure i più grandi piloti di Formula 1 sanno esattamente cosa e come fare per rimanere in carreggiata, superare tutti gli avversari e vincere la gara.
E allo stesso modo, anche i più grandi imprenditori al mondo sanno esattamente cosa occorre per mantenere il controllo del business, gestire la propria azienda e farla prosperare nel tempo.
Tu, puoi dire lo stesso della tua attività?
Puoi dire di sapere esattamente cosa fare per mantenere sempre la direzione che ti sei prefissato, evitare gli scossoni del mercato e diventare il numero uno del tuo settore?
Parliamoci chiaro. Le sfide che sei costretto ad affrontare ogni giorno sono innumerevoli.
In aggiunta, hai una pressione fiscale non particolarmente favorevole, la burocrazia tentacolare, lo Stato che fa uscire nuove leggi sempre più stringenti, mercati ipersaturi di aziende simili tra loro, che vendono prodotti altrettanto simili tra loro e…
… un grosso, grasso e puzzolente elefante nella stanza che il 99% dei titolari di azienda cerca di ignorare: i numeri della propria attività.
Guardiamo in faccia la realtà.
Posso leggere con estrema precisione la tua situazione anche se non ti ho mai visto in faccia e non ho mai messo le mani nella tua attività.
Questo perché la mia missione mi mette a contatto con migliaia di imprenditori ogni anno.
Molto probabilmente sei in balìa di una nave in mezzo alla tempesta e stai cercando in qualche modo di arrangiarti, rattoppando le falle che si sono create nel tempo.
Giustamente, ti sarai informato sulle tecniche di marketing più efficaci per raddrizzare la situazione, con la speranza di tornare a vedere un cielo sereno al più presto.
Ma questo non basta
Le aziende italiane, nella media, sono piccole attività che vivono “alla giornata” senza una chiara e nitida direzione. Vanno avanti per inerzia.
In poche parole, l’imprenditore italiano che non ha un’azienda in crescita, solida e che domina il proprio settore, è causa del suo stesso male.
E sai quanti imprenditori si trovano in questa situazione? Praticamente tutti.
Infatti, i problemi che ogni imprenditore è costretto ad affrontare sono dovuti a una serie di errori gestionali e di cassa commessi in partenza.
Ovvero, l’esatto momento in cui hai partorito la tua “idea di bisinisse”, hai fatto fallire la tua azienda e tra qualche riga ti spiegherò perché (dandoti anche la soluzione definitiva a questo problema).
In un mondo in cui le aziende non alzano un dito per procurarsi nuovi clienti, le tematiche più calde sono il marketing e la vendita.
Ma un’azienda non può vivere “mono reparto”. Non esiste business che rimane in piedi solo perché il reparto marketing funziona. Altrimenti è come avere una slitta trainata da 4 cani zoppi e uno sotto steroidi.
Magari riesci ad andare avanti per molto, ma prima o poi anche il cane più forte esaurisce le sue energie, se nessuno gli dà una mano.
Perché non si può avere successo nel business con un’attività di questo tipo?
Di base, il problema più grande che stai ignorando completamente è che ci sono dei livelli di crescita in azienda che bisogna rispettare se vuoi ottenere il successo che desideri e che meriti.
Soprattutto perché ogni livello di crescita ha delle aree di sfida che vanno affrontate in ordine logico e cronologico, in modo da alzare costantemente l’asticella della tua attività e permetterti di prosperare per i prossimi decenni.
Il grande elefante nella stanza che stai trascurando
C’è un enorme elefante nella stanza che tu e molti altri imprenditori state completamente ignorando. Sto parlando dei numeri della tua azienda.
Molte, moltissime imprese italiane vanno avanti spinte dalla forza motrice del marketing, della propria rete vendita e da qualche indebitamento sulle spalle dell’imprenditore.
Dal piccolo negozietto di paese alla grande azienda che fattura milioni di euro, l’imprenditore raramente ha sottomano i numeri della propria attività, quelli realmente importanti per avere successo.
Spesso, l’imprenditore non ha idea di come stia andando davvero la sua azienda perché gli strumenti fondamentali che dovrebbe avere sempre con sé, nella realtà, sono tenuti sotto chiave dal commercialista di turno.
Non perché sia kattifo e non voglia mostrarli all’imprenditore, ma perché il commercialista pensa prioritariamente a far quadrare i conti che servono al momento, piuttosto che aiutare a migliorare e far crescere l’azienda.
Il tuo commercialista non ha una visione imprenditoriale
E questo porta a terribili conseguenze.
Il commercialista in Italia, di base, ha il solo compito di notificare l’imprenditore quando deve pagare le tasse. Non si preoccupa minimamente di redigere mensilmente o trimestralmente i suoi bilanci e non lo supporta consigliandogli le opportune azioni da compiere per crescere di anno in anno.
È sempre tutto in mano tua.
Nel momento in cui apri un’impresa in Italia:
- devi saper produrre il tuo prodotto o saper erogare un servizio efficace, se non vuoi che i concorrenti più forti ti schiaccino come una formica;
- devi saperlo vendere, se non vuoi chiudere il giorno dopo;
- devi saper tenere i conti al centesimo, se non vuoi perdere cassa;
- devi conoscere ogni aspetto della folle burocrazia italiana, se non vuoi ritrovarti un palo dove non batte il sole;
- devi mettere in conto che lo Stato si prenderà un’enorme percentuale di tutti i tuoi introiti ottenuti con fatica e sudore.
E forse, alla fine, ti rimane qualcosa.
Credo tu sappia benissimo che le aziende, in particolare le piccole e micro imprese, cadono come mosche in Italia giorno dopo giorno.
L’Italia è un Paese dal potenziale enorme, che potrebbe dare tantissimo agli imprenditori, ma lo Stato soffoca le loro imprese giorno dopo giorno.
D.Lgs. 14/2019: è questo il codice che farà fallire la tua azienda?
Un drammatico esempio è il nuovo decreto legislativo D.Lgs. 14/2019: il Codice della crisi d’impresa.
Il Codice della crisi d’impresa non è la crisi dell’imprenditore che non sa cosa fare nella vita. La crisi d’impresa è un’azienda che entra in sofferenza e non ha più soldi per pagare i fornitori, per pagare gli stipendi e resta in arretrato di IVA, con i fidi bancari a revoca.
Quindi un’impresa che, di fatto, entra in crisi.
E devi conoscere molto bene questo Codice, se non vuoi rischiare di portare la tua azienda al fallimento entro i prossimi anni.
In poche parole il nuovo Codice dice: “Se non hai sotto controllo la tua azienda e non ti accorgi che ci sono segnali di crisi, diventi automaticamente responsabile della sua morte.”
Prima di questa riforma, l’azienda moriva con i libri portati in tribunale. E all’atto del certificato di morte, si andava a vedere se effettivamente negli ultimi quattro giorni prima di morire l’amministratore si era comportato correttamente.
Adesso, invece, la norma allunga il periodo di responsabilità e dice che l’amministratore non è responsabile dei 4 giorni precedenti alla morte, ma è responsabile fin dal primo giorno dall’inizio dei primi segnali di crisi.
In conclusione? Un bagno di sangue per molte aziende italiane.
E allora, forse ti starai chiedendo…
Vale davvero la pena fare impresa in Italia?
Ora, posto che per fare impresa in Italia occorre davvero essere un eroe con tanta voglia, posso assicurarti che è possibile far splendere un’azienda nonostante queste condizioni di partenza terribili.
Ci sono, infatti, dei fattori che possiamo controllare e influenzare e fattori che non possiamo controllare e influenzare.
Chiarito ciò e dato che, nonostante le difficoltà, ci sono ormai centinaia di migliaia di persone che mi seguono e che insistono contro tutto e contro tutti a fare impresa e a tenere aperta la partita IVA, mi sento in dovere di lanciare un messaggio realistico e di speranza reale.
Se il governo non farà nulla, se l’Europa non farà nulla, se il tuo commercialista non farà nulla, se anzi moltissime persone continueranno a metterti i bastoni tra le ruote… tocca a me fare qualcosa.
Voglio partire allora con un messaggio semplice e chiaro, che approfondiremo fino in fondo insieme:
“Nessuna azienda può fallire, se in banca ha un soldino in più del giorno precedente”
Chiarito questo, sono anche certo che, rimanendo saldamente ancorati a questo unico dato
inamovibile e dandoselo come mantra nella gestione strategica della nostra impresa, tu possa non solo essere salvato dalla “roulette russa” delle aziende che saltano per aria ogni giorno, ma anzi che tu possa prosperare e goderti i frutti del tuo duro lavoro.
Ma devi avere sotto controllo i tuoi numeri.
Come ti spiegato poco sopra, in Italia, purtroppo, la stragrande maggioranza delle aziende (anche quelle più strutturate) non ha sottomano i numeri della propria attività. Numeri che vengono spesso tenuti sotto chiave dal commercialista e che solo in rare occasioni vengono portati all’attenzione dell’imprenditore.
Quindi anche le aziende con un potenziale di crescita enorme vengono mantenute in uno stadio fetale per anni e rese estremamente sensibili ai cambiamenti di mercato.
I 5 livelli di crescita di un’azienda che NON puoi ignorare
Esistono cinque livelli di crescita di una qualsiasi attività, all’interno dei quali bisogna passare per rendere l’azienda prospera, solida e forte nel tempo.
Il problema è che nessun imprenditore li conosce, ed è questo il motivo per cui molte aziende rimangono in stallo per molto tempo, o peggio, chiudono anche se avevano del potenziale.
Questo sono i cinque livelli di crescita reale di un’azienda. Tu a quale livello pensi di essere?
- Livello Start-up.
- Livello Focus.
- Livello Delega.
- Livello Sistemi.
- Livello Innovazione e Flessibilità.
Partiamo dal principio. Il Livello Startup è lo stadio iniziale di un’azienda. È il momento nel quale l’azienda è piccola, giovane e con poco personale. Di conseguenza, ci saranno determinate problematiche e determinati obiettivi.
Finita la fase di Start-up, dove ovviamente riesci a produrre i primi clienti e a generare la prima cassa, si entra nella fase di Focus che è una fase durissima dove molte aziende muoiono.
È la fase dell’esaurimento, perché è la fase in cui stai crescendo e, da zero o poco personale, cominci a inserire anche nuove persone. Cominci a gestire realmente il tutto. Non devi solo fare i clienti, ma li devi anche gestire.
Quindi è la fase in cui metti alla prova il focus iniziale dell’azienda.
Dopodiché, nel momento in cui vai a break even si entra nel Livello Delega. Se ti devi espandere, non puoi spingere solo sulla leva del marketing, perché se acquisisci clienti, qualcuno il prodotto o il servizio glielo dovrà fare.
In generale, anche se non produci personalmente, avrai delle persone che dovranno consegnare, o semplicemente dovranno fare assistenza.
Non pensare che, solo perché Amazon vende prodotti di altri, allora non c’è personale. Non pensare che, se io faccio formazione, non c’è bisogno di personale.
Quando genero marketing, ho bisogno di qualcuno che venda, ho bisogno di qualcuno che produca, eroghi, installi, consegni. Anche se fai il consulente serviranno delle persone.
Da ora in avanti, tutto ciò che prima poteva essere approssimato, perché tu eri il fondatore dell’azienda e stavi sempre sopra tutti a controllare i lavori, adesso deve scorrere senza l’olio del padrone, altrimenti l’azienda non può crescere.
Adesso bisogna rinforzare la delega, creando dei sistemi che siano molto precisi, molto stringenti e che mettano a posto tutte le procedure dal punto di vista dei sistemi produttivi, dei sistemi di vendita, di gestione, di assistenza, ma anche dei sistemi di comunicazione.
Ogni ingranaggio deve girare perfettamente anche senza la tua presenza.
Nel momento in cui hai superato il Livello 4, entri a piè pari nella fase che io chiamo crisi di appagamento: Livello Innovazione e Flessibilità.
L’azienda è diventata bella e strutturata, ma la barca non va avanti da sola.
Quindi, che la porti avanti tu come imprenditore o che la affidi a un amministratore delegato, serve comunque una persona in gamba che sia pronta per fare costantemente innovazione e flessibilità.
Se ti appaghi, rimani fermo. E rimanendo fermo cosa succede?
Cosa cambia intorno a te?
Il mercato cambia, le abitudini del mercato cambiano, cambiano le abitudini dei clienti, cambia il modo di acquistare, di fare le cose e cambiano le richieste dei clienti, cambia lo scenario economico e cambia la concorrenza.
Nel momento in cui ti fermi, da lì in avanti l’azienda rischia di saltare comunque, non è mai finita.
In questa fase hai delegato attraverso i sistemi, attraverso il focus, hai superato il problema del cashflow iniziale, a ritroso hai superato tutto questo e ti trovi davanti a un momento in cui l’azienda è veramente un’azienda.
Hai i dipendenti, hai i sindacati, gli organi di controllo, non è più una cosa che gestisci come una bottega, non apri e chiudi come vuoi.
Essendo entrato nell’epoca della responsabilità della tua azienda, non devi più costruirla, ma devi gestirla.
Gestire è uno sport diverso, nel senso che i sistemi di base funzionano e da lì in avanti la sfida è dimostrare che non hai solo avuto un’idea intelligente, ma che hai saputo anche usarla.
Devi essere in grado di continuare a innovare l’azienda e devi essere flessibile nei confronti delle esigenze del mercato, dei concorrenti, dei clienti, e ovviamente tutto questo senza mai defocalizzarti.
Ora che conosci i cinque livelli di crescita di un’azienda, quindi, in quale livello pensi che si trovi il tuo business in questo momento?
La scomoda verità: sei al livello numero uno!
Sì, voglio iscrivermi a Crash Cashflow!
Che tu ci creda o meno, anche se hai un’azienda che fattura milioni di euro e che è in piedi da decine di anni, molto probabilmente sei ancora al primo livello di crescita.
Non possiedi determinati strumenti ed elementi specifici che servono per crescere e stai letteralmente mozzando le gambe e dissanguando la tua azienda.
I segnali per capire se ti trovi ancora allo stadio di Start-up (anche se sei sul mercato da decenni) sono molteplici:
- Fatturi tanto, ma hai utili ridotti all’osso?
- L’azienda è in cassa integrazione?
- Hai un continuo turnover di personale?
- Non possiedi dati di bilancio aggiornati periodicamente?
- La tua cassa piange?
Questi sono tutti chiari segnali di azienda al Primo Livello, ma non ti preoccupare perché ora ti spiego…
I due elementi fondamentali per superare la fase di Start-up
Le risorse vitali che deve possedere un’azienda al primo livello sono fondamentalmente due: la cassa e i clienti.
Servono clienti e serve riuscire a generare il più velocemente possibile il cashflow positivo. Il cosiddetto “Operating cash”, ovvero cashflow operativo, non cashflow da finanziamento.
Ma se non hai un sistema molto rapido per generare nuovi clienti e soprattutto clienti in target, l’azienda rischia di crollare.
Questo perché, ovviamente, se non riesci a produrre cashflow, devi tamponarlo o con investimenti personali o con investimenti di altre persone, oppure attraverso gli istituti di credito.
Se non hai queste possibilità, l’azienda salta.
Un’impresa al primo livello ha un problema di trazione, cioè deve riuscire a mettere le gomme a terra e a partire.
Ciò che è necessario è un business plan. Ma purtroppo, nella maggioranza dei casi i business plan o non vengono fatti oppure sono semplicemente delle banali dichiarazioni d’intenti.
Il business plan, nella realtà, è un piano di marketing operativo in cui si mostra come si trasforma il marketing in profitti. O meglio ancora, è come trasformi il tuo piano di marketing in cassa, soprattutto in fase di partenza.
All’inizio, l’unica cosa che conta è generare cassa, è generare cashflow, perché se non lo generi l’azienda muore non appena le tue riserve sono finite.
Nello specifico, le vendite devono correre più degli asset. I profitti devono correre più delle vendite e il flusso di cassa operativo deve correre più dei profitti.
Se non sei in grado di gestire i tuoi numeri per produrre cashflow, hai un problema enorme
Se ci pensi, dopo un po’ non sai come gestire l’azienda, perché da parte c’è un piccolo tesoretto che hai messo a disposizione finanziando l’azienda (tu e gli altri soci), ma questo tesoro va a esaurirsi.
Quando io genero clienti, cosa succede?
Succede che genero fatturato. Ma questo non è realmente cassa, non sono realmente profitti.
Quando io comincio a muovere l’azienda, i soldi che genero non sono miei perché ci sono innanzitutto i costi che devo sostenere.
Ad esempio, se ho un’azienda di produzione, avrò tutti i costi di approvvigionamento delle materie prime, cioè quanto costa a me produrre il prodotto o il servizio, più tutti i vari costi laterali che devo affrontare.
Al netto di sottrarre tutti i costi operativi, delle materie prime, dello stabilimento, ecc., innanzitutto devo andare a break even con i costi. Quando sono andato a break even, poi ho altre cose che fanno parte di quel fatturato che non sono soldi miei.
Perché?
Perché l’IVA non è mia e deve andare via, i soldi per le tasse non sono miei, quindi dovrei fare un lavoro intelligente con l’ufficio amministrativo per calcolare costantemente quanti dei soldi che incasso sono miei o non sono miei.
È possibile che io debba calcolare anche dei finanziamenti che magari ho con degli istituti di credito. Allora lì ci sono delle cose che sono scaricabili dalle tasse, come gli interessi, ma il capitale no, quindi devo togliere anche ciò che mi consente di ammortizzare i debiti che ho contratto attraverso finanziamenti.
Alla fine di tutti questi pagamenti, quando ho pagato le tasse, ho rimborsato gli istituti di credito, ho rimborsato i finanziatori, ecc., ci sono i soldi per me.
Mai una gioia
E se gestisco male questi soldi per me e sbaglio in fase di Start-up a gestire la mia azienda, succede una cosa molto semplice: i soldi non bastano. E quindi o ho altre risorse economiche alle spalle oppure comincio a prendere i soldi che non dovrei prendere.
L’alternativa è non pagare.
Posso non pagare gli approvvigionamenti, i costi operativi, posso non pagare i fornitori, posso non pagare i dipendenti, i miei collaboratori, ecc. Però so che, se non li pago, non vengono più a lavorare e farò saltare l’azienda.
Ed ecco che comincio ad attingere dal conto corrente dell’azienda in maniera indiscriminata, pensando che quelli siano soldi miei, sapendo in realtà che sto attingendo dalle varie tasse, dall’IVA, ecc.
Perché, mentre i fornitori e i dipendenti, seppur scaglionati, tutti i mesi li devo pagare, il fisco non vuole le tasse in tempo reale, non c’è un versamento di cassa sul mio conto corrente che viene diviso dal fisco la mattina dopo. Il fisco li prende alla fine dell’esercizio fiscale.
Per la maggior parte degli imprenditori in Start-up è un problema, perché non sono abituati a fare impresa e sono abituati a concepire il denaro come tutto quello che c’è nel loro conto corrente.
Quindi si comincia a non pagare l’IVA, poi le tasse, poi iniziano ad arrivare cartelle su cartelle maggiorate, poi iniziano i ritardi nei pagamenti ai fornitori, i ritardi nei pagamenti dei dipendenti. Da qualche parte, prima o poi il meccanismo salta.
Dall’altra parte, fai del nero per tutelarti, perché così non devi pagare le tasse.
Entrambe queste cose - cioè attingere da riserve di denaro che non sono veramente tue ma sono dello Stato, sono le tasse, sono i soldi dei fornitori, sono i soldi dell’azienda e dei dipendenti, oppure ricorrere al nero - sono i motivi per cui l’azienda in Start-up si distrugge.
Un’azienda che comincia a lavorare in questa maniera e si finanzia attraverso il nero e attraverso l’evasione fiscale, attraverso il non pagamento dei fornitori, è un’azienda che non crescerà mai oltre una certa soglia di sopravvivenza per pagarsi lo stipendio.
Questa è la dura realtà del tessuto imprenditoriale italiano.
Imprenditori che non conoscono i numeri della propria azienda, che non sanno gestire il flusso di cassa e che si indebitano con le banche per risanare altri debiti… finendo in un circolo vizioso che porta alla chiusura dell’azienda.
Devi creare un piano marketing che ti aiuti a produrre cassa positiva da subito
Questo è il lavoro da fare, oltre ad avere delle risorse che ti permettano di far fronte a tutto ciò che per te è necessario per fare impresa.
Dall’altro punto di vista, quello che ti serve immediatamente, a prescindere dalla formula fiscale con la quale decidi di pagare le tasse, è diventare da subito un imprenditore che sa leggere un bilancio per sapere in che direzione sta andando la tua azienda.
Per questo motivo è nato il corso sui numeri che ti insegnerà come superare velocemente la fase di Start-up, aumentando il cashflow e le risorse interne senza collassare.
Sto parlando di…
Sì, voglio iscrivermi a Crash Cashflow!
Crash Cashflow è il corso definitivo in due giornate che ti fornirà tutti gli strumenti necessari per diventare un esperto di marketing che sa leggere un bilancio, che sa come muoversi nella tentacolare burocrazia italiana e che sa cosa deve fare per aumentare la cassa giorno dopo giorno.
Ho ideato questa tipologia di corso per venire incontro a tutti quegli imprenditori desiderosi di sbloccare la loro situazione aziendale, di aumentare i margini e i profitti sul venduto, e di capire come dirigere le loro risorse economiche in maniera fruttuosa verso nuovi guadagni.
Crash Cashflow non sarà un sonnolento corso accademico di finanza aziendale, quindi è adatto anche e soprattutto se pensi che capire i numeri sia noioso, difficile e utile solo per i conta-fagioli.
Ma cosa imparerai esattamente durante Crash Cashflow?
Il primo punto su cui dovrai soffermarti durante queste due intense giornate di corso è riuscire a sviluppare una visione limpida e oggettiva dello stato della tua azienda.
In quale direzione stai andando? È quella corretta o puoi trovare una strada migliore per diventare il leader di settore?
Questo dato lo troverai dando uno sguardo approfondito al tuo stato patrimoniale. È una vera e propria guida per l’impresa e sapere come leggerla è fondamentale per crescere in maniera sana e profittevole.
Tra gli altri strumenti di bilancio che un imprenditore deve possedere nel suo arsenale finanziario e che ti verranno spiegati durante il corso, c’è il conto economico; strumento che devi guardare in maniera granulare per comprendere se la tua attività sta generando profitti oppure no.
Devi cominciare a guardare tutti i prodotti che hai, tutti i servizi che hai e controllare effettivamente se, attraverso la loro vendita, stai guadagnando e se stai guadagnando abbastanza da consentirti di spingere meglio altri reparti aziendali.
Inoltre, nel corso ti verrà spiegato cosa sono e come gestire e controllare i costi occulti della tua azienda, ovvero tutti quei costi che non sai di avere ma che drenano denaro.
Ma non solo.
Ti ricordi il nuovo decreto legislativo di cui ti ho parlato?
Bene. Quel decreto è così importante per ogni imprenditore che ha aperto un’azienda in Italia che, se ignorato o preso sottogamba, porterà a gravi conseguenze.
Il nuovo Codice della crisi d’impresa è un punto di svolta nella storia del tessuto imprenditoriale del Bel Paese.
Di fatto è…
La fine del capitalismo italiano!
Il futuro sarà sempre meno roseo per gli imprenditori che ignorano questo nuovo stadio dell’imprenditoria italiana.
In maniera potabile, il decreto dice che chi non avrà sottomano i numeri della propria azienda sarà direttamente responsabile del suo fallimento, qualora i conti non dovessero tornare.
Questo significa che anche chi possiede una S.r.l. è in pericolo.
E purtroppo non sto facendo terrorismo infondato. Questa è la realtà in cui dovrai navigare con la tua azienda d’ora in poi, o almeno fino all’avvento di una nuova riforma.
Grazie a Crash Cashflow, però, capirai cosa devi fare per correre ai ripari, evitando di ritrovarti davanti a un tribunale mentre il giudice dichiara fallita la tua azienda.
Otterrai tutte le chiavi per guidare con sicurezza la tua attività, evitando improvvisi sbandamenti di mercato o finanziari, cogliendo in anticipo i segnali di crisi e riuscendo a vincere la corsa per diventare primo nella mente.
Ricapitolando, ciò che spinge un’azienda verso il fallimento è l’incapacità di leggere, interpretare e a volte persino trovare i numeri aziendali.
Per questo durante il corso imparerai:
- 1Come riconoscere “l’atlante stradale” che ti dà la visione generale della tua azienda. (Questo ti permetterà di capire quale direzione sta prendendo la tua attività e come fargliela cambiare se necessario).
- 2Come capire se stai generando davvero profitti o solo fatturato.
- 3I 5 segnali della crisi d’impresa che devi assolutamente conoscere.
- 4La differenza tra Business Plan ordinario e Business Plan in stile Metodo Merenda.
- 5Lo straordinario strumento che devi chiedere al tuo commercialista (si arrabbierà molto!).
- 6I tipi di cashflow che devi controllare.
- 7I costi occulti della tua azienda. (questi sono le denaro-sughe invisibili che fanno morire la tua attività).
- 8Cosa devi sapere prima di chiedere soldi alle banche.
- 9Le terminologie da sapere e i numeri da guardare per capire se la tua attività sta prendendo il volo o sta per schiantarsi a terra!
- 10Perché non devi prendere esempio dai colossi come Amazon, Tesla e compagnia bella.
- 11Il cliente che tutte le PMI vorrebbero, ma che solo le Grandi Aziende hanno.
I numeri sono importanti e non mi interessa se la matematica ti ha sempre dato la nausea.
Sei un imprenditore e se ami la tua azienda, ami ciò che vendi e ami le persone con cui hai a che fare ogni giorno, allora è tuo dovere sforzarti di comprendere questo aspetto a tratti complesso, ma fondamentale per la sopravvivenza e il successo della tua azienda.
Crash Cashflow è stato creato appositamente con questo obiettivo: fornire agli imprenditori italiani gli strumenti e i numeri giusti per far prosperare la propria attività in qualunque contesto, anche il più apocalittico.
Ora veniamo al dunque. Un corso del genere varrebbe non meno di 2500€.
2500€ che dovresti investire per la salute della tua azienda. Presente e, soprattutto, futura.
Ma siccome la mia missione è fare il “lavaggio del cervello” a quanti più imprenditori possibili, rimetterli sulla corsia di accelerazione giusta e aiutarli a estrarre il massimo potenziale dalle loro aziende…
… ho deciso che potrai accedere a Crash Cashflow a una cifra irrisoria rispetto al prezzo di base.
Infatti, il prezzo per te che stai leggendo questa lettera è di soli… curioso?
Per scoprirlo devi solo lasciare i tuoi dati nel modulo che trovi cliccando sul bottone qui sotto.
Sì, voglio iscrivermi a Crash Cashflow!
Crash Cashflow si terrà presso l’Auditorium Metodo Merenda* a Mendrisio in questa data:
25 e 26 novembre 2024
(* Salvo diversa disposizione delle Autorità Italiane o Svizzere)
Crash Cashflow NON è un corso accademico
Ho sempre detestato gli accademici.
Se hai mai partecipato a uno dei miei summit internazionali, saprai benissimo che non sono un tipo incravattato e che, sia io sia i miei collaboratori, cerchiamo di trasferire i concetti più complessi del fare impresa, con la massima semplicità possibile.
Per cui anche Crash Cashflow sarà un corso distante anni luce dal mondo accademico. I contenuti che verranno divulgati agli studenti sono stati creati appositamente pensando all’imprenditore che desidera mettere subito in pratica i concetti, sistemare la propria azienda e crescere il più velocemente possibile.
Quindi, non ti preoccupare. Posso assicurarti che saranno due giornate molto intense e cariche di contenuti da implementare subito in azienda.
Inoltre, questo straordinario corso si terrà presso il centro studi di Metodo Merenda, una vera e propria “università”, una “biblioteca d’Alessandria” per gli imprenditori che vogliono imparare davvero a gestire e far crescere la loro azienda.
Quindi ora…
Hai due strade davanti a te
Da una parte: hai la strada che io chiamo “ignoro e vado avanti”. Questa strada ti permette di fregartene di tutto quello che ho detto finora, di sbattertene del Codice della crisi d’impresa e di quello che serve per comprendere fino in fondo i numeri per far crescere la tua azienda.
Puoi decidere di percorrere questa strada se sei estremamente convinto di possedere già tutti gli strumenti, le risorse e le persone per portare la tua azienda al Livello 5 di crescita. In poche parole, non hai bisogno di Metodo Merenda.
Dall’altra parte: c’è la strada del “diamo ascolto a Frank”. Questa strada è la via di chi desidera ancora imparare, di chi vuole essere sicuro di evitare situazioni spiacevoli a livello economico e finanziario, di chi è conscio di essere al Livello 1 e di voler raccogliere informazioni, nuove risorse e nuovo personale qualificato per portare la sua azienda al Livello 5.
Se prendi questa strada, vuol dire che ti sei fidato delle mie parole e delle numerosissime testimonianze che dimostrano i risultati di successo che si possono ottenere grazie a Metodo Merenda.
Vuol dire che desideri far parte di quei titolari visionari che si mettono al riparo dai prossimi cambiamenti del tessuto imprenditoriale italiano, che anticipano i tempi e che fanno di tutto per uscire dalla ruota del criceto dell’azienda mediocre.
Vuol dire anche che hai deciso di intraprendere la via più difficile, ma che con il giusto impegno porterà grandi risultati.
Se hai scelto questa strada, allora ti ringrazio infinitamente e ti invito a lasciare i tuoi dati nel modulo che trovi qui sotto, così da essere ricontattato al più presto dal tuo tutor personale.
In prossimità della data del corso, in base alle misure di contenimento vigenti sia in Svizzera che in Italia, ti contatteremo e ti comunicheremo le formalità da evadere per poter partecipare di persona al corso, inoltre ti daremo indicazioni dettagliate su come raggiungere l’Auditorium Metodo Merenda a Mendrisio (sia in treno, che in macchina, che in aereo) e sugli Hotel convenzionati.
Dopo numerosi test effettuati, il Salvagente ha deciso di conferire la certificazione “ZeroTruffe” all’azienda Metodo Merenda.
Diventare un’azienda ZeroTruffe significa superare molti test che il nostro team di esperti effettua su vari fronti.
In particolare, Metodo Merenda si è dimostrata all’altezza di tale certificazione per:
- qualità delle informazioni divulgate e funzionamento del Metodo;
- veridicità delle centinaia di testimonianze;
- eccellente servizio di assistenza al cliente.
Non erano prove facili ma con minuziosa attenzione, il nostro team ha valutato l’azienda idonea alla certificazione.
Per maggiori informazioni sul bollino “ZeroTruffe” ottenuto da Metodo Merenda, clicca qui zerotruffe.it/c0009
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Frank Merenda
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